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Carlo Goldoni


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ARSURA IL MAGNIFICO

Il manierismo letterario del teatro in versi e la volgarità del teatro popolare in cui era decaduta la commedia dell’arte, vengono superate dal Goldoni con proposte di contenuti attuali che rispecchiano con realistica naturalezza la vita della società dell’epoca.

L’inventiva economica, la spregiudicatezza dei rapporti umani e un vano risentimento verso un’aristocrazia decadente e poco oculata negli affari, sono i temi di questa commedia.

Scritta durante il suo soggiorno parigino nel 1772, il testo è influenzato dalle correnti di pensiero che, raccogliendo idee già diffuse nella Francia del Settecento, precorrerebbero i principi della Rivoluzione Francese.

Per meglio determinare quello “spirito nuovo” che caratterizza i personaggi, la regia si è avvalsa di altri spunti, forniti dall’Autore stesso nei suoi “Memoires”, scritti tra il 1784 e il 1787 e considerati uno dei capolavori della memorialistica europea.

L’avarizia è la caratteristica dominante del protagonista e, perciò, riconducibile alla tematica presentata da Molière ne ”L’Avaro” più di un secolo prima. Ma a differenza del suo illustre predecessore, il Goldoni dà al suo “Avaro fastoso” un carattere più modernamente realistico, riconoscibile nei tanti mercanti che, da aspiranti aristocratici che erano, si trasformeranno velocemente nella borghesia dominante, che muterà definitivamente l’ordinamento sociale francese.

Gli echi di quei cambiamenti, stemperati al riso e al sorriso che accompagnano “l’Arsura”, sottolineano la critica, ora bonaria ora pungente, che l’Autore rivolge alle esagerate ambizioni e alle debolezze che il vivere sociale spesso produce.

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